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L’arte ci aiuta a vedere

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05 Gennaio 2023

“Alzati, e rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Perché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli, ma su di te risplende il Signore… Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere... verrà a te la ricchezza delle genti” (Is 60,1-6). Questo testo di Isaia ripreso nella liturgia dell’Epifania, si riferisce allo splendore di Gerusalemme ricostruita dopo l’esilio in Babilonia, che ritrova la gloria nella presenza del Signore in mezzo al suo popolo, e apre l’orizzonte a una prospettiva di speranza universale, nell’accoglienza di una folla di stranieri con i loro tesori provenienti dall’oriente.

bambino

Mi sembra che il dipinto di Arcabas (Jean Marie Pirot) “La Madonna col Messia bene interpreta questa immagine, racchiudendo in Maria e in quel bambino tutta la speranza luminosa promessa, e finalmente realizzata per il mondo intero. Quest’opera fa parte del “Polittico dell’infanzia di Cristo” (1995-1997), realizzata per essere collocata in una sala del palazzo arcivescovile di Malines in Belgio.

Epifania di gloria e adorazione: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi l’adorarono”. La Madonna col Messia è il pannello centrale degli 11 pannelli del Polittico, e la prima caratteristica che colpisce è che non ci sono i magi. E’ ciò che il pittore vuole subito comunicarci: “Voi siete i re magi che vedono il bambino e sua madre, quel popolo che proviene da occidente e da oriente”. E mentre i nostri occhi “vedono”, tutto il nostro essere è spinto a unirsi in adorazione. Adorare è riconoscere che il Figlio di Dio si è fatto bambino nel grembo di Maria. Quel grembo avvolto nell’oscurità è anche quello della terra, ricoperta dalle tenebre, che però è fonte di luce, risplende d’oro. La gloria di Dio si è fatta visibile nel buio della condizione umana, e l’accoglienza di Maria di quella luce si apre all’accoglienza verso tutta l’umanità, ci invita ad adorarlo e a farci noi stessi luogo di accoglienza.

Epifania di croce e resurrezione. Quel Bambino si presenta ritto, con i piedini appoggiati sulle ginocchia di Maria, mentre questa lo sostiene con le mani delicate e sicure di madre, e ci invita Lui stesso a guardarlo, ad Alzarci con Lui. Le tenebre disegnano, dietro la figura di Maria, una croce dello stesso colore scuro del suo vestito. A destra e a sinistra vediamo gli strumenti della Passione: i chiodi, un martello, una tenaglia. Ma tutta la croce e la Vergine sono avvolti e contornati dall’oro, il colore della gloria e della resurrezione. Ecco perché questo pannello è al centro del Polittico: con un colpo d’occhio in esso cogliamo tutto il mistero di questo bambino. L’adorazione si fa dolorosa e gioiosa insieme, perché quella gloria non annulla il dolore, come l’oro di gloria non annulla la croce, ma anzi riproduce la stessa forma della croce. Diviene allora croce gloriosa, annuncio del Risorto. E perfino alcune gocce d’oro sono “cadute” sugli strumenti della passione, dando loro un senso trasfigurato.

doni

Epifania di speranza: “Verrà a te la ricchezza delle genti”. Ai lati del pannello centrale ce ne sono due più piccoli. A destra c’è uno scrigno aperto con dentro un lingotto d’oro e a fianco dei vasi preziosi. Sono i doni dei magi, come racconta il vangelo: “oro, incenso e mirra”. Sul coperchio aperto dello scrigno si è posato un pettirosso che cinguetta: l’artista ha rappresentato il suono del cinguettio, che annuncia la primavera e i tempi nuovi, attraverso un gioco di rombi colorati. La presenza di forme astratte, sono tipiche di Arcabas, e non sono senza senso. Per il pittore, l’astratto e il figurativo camminano bene insieme: il figurativo ci dona il paesaggio esteriore dell’esperienza ordinaria, mentre l’astratto richiama il paesaggio interiore, quello degli “occhi della fede”, che possono vedere la luce oltre le tenebre, che possono sperare contro ogni speranza.

(alcuni riferimenti sono stati tratti dall’articolo di p. Ermanno Barucco ocd, sull’infanzia di Cristo nell’arte di Arcabas)

Antonella Del Grosso mmx

Ha svolto parte della sua missione in Tailandia, per quindici anni, dove è stata Delegata per 6 anni. Ha condotto il suo apostolato nella pastorale sociale delle baraccopoli nella periferia di Bangkok, e ha accompagnato piccoli gruppi di cristiani della regione montuosa del nord. Si è dedicata anche alla decorazione di alcune cappelle, cercando di annunciare la Parola attraverso l'arte e l'immagine. Ha conseguito il diploma di Istituto d'Arte e Accademia di Belle Arti.