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Comigi 2018: Rocca (Missio giovani), “non siamo più spettatori, ma protagonisti”

www.agensi.it
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08 Maggio 2018

(Sacrofano) Al termine del Convegno missionario giovanile (Comigi) che chiude i battenti oggi, Giovanni Rocca, 23 anni, segretario nazionale di Missio Giovani, consegna un auspicio ai suoi coetanei:

“Porto via con me un sogno immenso: che da questo convegno possiamo uscire con le maniche rimboccate. Non più da spettatori, ma da protagonisti. Ragazzi, abbiamo idee grandi, forti, ben chiare e definite, nulla ci impedisce di realizzarle. Spetta a noi ora!”. Gli oltre duecento ragazzi delle diocesi italiane che hanno seguito i quattro giorni di relazioni, laboratori, animazione missionaria, hanno scritto che sognano “una Chiesa coinvolgente, flessibile, dinamica, nomade e meno gerarchica”. I loro desiderata, emersi nel corso dei lavori di gruppo, dove ognuno ha espresso liberamente il proprio pensiero, sono stati raccolti su grandi fogli e verranno rielaborati per portare un messaggio collettivo al sinodo. Vi si leggono desideri come questo: “Che la Chiesa sia più umile, che non rinneghi se stessa e annunci al mondo la verità, che sappia sporcarsi le mani agendo concretamente. Che si lasci guidare dallo spirito santo, che ci garantisca di vivere come figli di Dio”.

Giovanni Rocca, nel tracciare un bilancio finale ha chiesto ad ognuno di questi ragazzi di tornare a casa coltivando questi pensieri: “C’è bisogno che ognuno, a testa alta pronunci un convinto ‘sì’ e faccia una scelta”, anche in vista del Sinodo “che non deve essere sui giovani ma dei giovani”. Questo Comigi – evento della fondazione Missio che si tiene ogni tre anni – è stato “la riconferma che siamo qui, ci siamo per davvero – ha detto Rocca -. Siamo pronti a dimostrarlo coi fatti, con la nostra presenza. La frustrazione e la rabbia resteranno sepolte sotto le macerie del muro del timore che abbiamo abbattuto mettendoci in gioco. Offrendo tutto noi stessi all’altro”. Rocca ha parlato dei suoi progetti per “la costruzione di un futuro migliore. Progetti dei quali credevo capaci solo persone lontane da me come Maria e Giuseppe, ma ho scoperto in questi giorni, che entrambi avevano timore di fronte all’incertezza dell’avvenire”.