L’amore anzitutto
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. (…) Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”. Può succedere che parole fondamentali come queste alimentino i nostri discorsi, ma non divengano il vero impegno della nostra vita di cristiani.
Ci sentiamo spinti a fare molte cose, in casa, sul lavoro, nella società, in parrocchia. Accumuliamo impegni e tiriamo il fiato a sera quando siamo riusciti a inanellarli tutti. Ma… abbiamo amato?
Questo vangelo arcinoto e sempre nuovo può giungere come un invito a rileggere le nostre giornate, perché non accada che corriamo invano. Quante cose facciamo per nostro marito o nostra moglie, ma… è lui o lei al centro del nostro fare? Glielo facciamo sentire? E i nostri figli, che portiamo a tutti i corsi pomeridiani, che vestiamo sempre a nuovo, ci vedono semplicemente accanto a loro per ascoltarli, godere della loro presenza?
Anche nel lavoro, c’è una differenza tra il lavoro ben fatto e la relazione umana che stabiliamo nel compierlo. Possiamo essere coscienziosi impiegati allo sportello, ma precisi come una macchina. O possiamo con un solo buongiorno e la semplice attenzione agli sconosciuti che ci passano davanti illuminare di sole le giornate di centinaia di persone.
Nelle nostre Parrocchie piene di attività, nelle nostre comunità impegnate in tanti servizi è visibile questo essenziale della vita cristiana? È vero, l’amore e l’azione non sono separati né separabili, ma tutti sperimentiamo che è possibile moltiplicare le azioni, anche benefiche e averne perso l’anima.
C’è nel mondo fame e sete di umanità, di calore umano, di attenzione, di compassione, di un amore gratuito e non colloso, che ristora e se ne va, di un sorriso di benevolenza nel quale molti forse potranno cogliere una scintilla dello sguardo benevolo del Padre. Un vangelo come questo può invitarci a pensare a che cosa sta al centro della nostra vita, anche quando essa appare performante: perché la precisione che non è amore è sostituibile dai robot. L’amore no.
VI Domenica di Pasqua, Anno B, 6.5.2018 - Letture: At 10,25…48; 1Gv 4.7-10; Gv 15,9-17