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Brasiliani in Giappone

Elisabetta Shikayama mmx
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16 Ottobre 2018

Elisabetta Shikayama, saveriana giapponese, accompagna, nella diocesi di Osaka, gli immigrati brasiliani.

Oltre cento anni fa, un forte numero di Giapponesi emigrava in Brasile in cerca di lavoro; oggi, molti dei loro discendenti arrivano in Giappone con le loro famiglie.

Lavorano in varie zone del Paese e anche nella nostra diocesi di Osaka. Anch’io, nel 1985, ho raggiunto il Brasile, inviata come missionaria, e vi sono rimasta quindici anni. I Brasiliani sono ricchi di affetto, allegri, capaci di umorismo, ospitali e molto accoglienti. Ho cominciato il mio cammino fra loro insieme ai bimbi dell’asilo, dove ho lavorato insieme ad altre sorelle. I bimbi giocavano felici nel vicino campo di calcio della scuola dei missionari Saveriani o passeggiavano in un bananeto. L’energia e la gioia di vivere dei bimbi davano anche a me forza e coraggio. Penso spesso a loro con nostalgia e gratitudine, li immagino nel pieno della vita sociale e prego per loro. Ringrazio per la possibilità che mi è stata data di aver avuto e di avere tuttora con loro un legame forte e solido.

Rientrata in Giappone nel 2000, la chiesa di Osaka mi ha affidato la pastorale dei Brasiliani a livello diocesano. Così è iniziato il mio lavoro con loro, rallegrato anche da gite e altri eventi che aiutano a conoscersi meglio.encuentrodic2009 025.JPG

Ogni anno in ottobre celebriamo la “Giornata di cooperazione internazionale” all’insegna dello slogan: “In una società ove vivono bene gli stranieri, vivono bene anche i Giapponesi”. Cristiani giapponesi e di varie nazionalità partecipano insieme alla messa in cattedrale, figli dello stesso Padre e fratelli tra loro. I canti e le letture vengono fatti in lingue diverse. Dopo la messa, si gustano cibi caratteristici dei vari Paesi, con canti, danze, mercatino delle pulci e altro ancora. I partecipanti sono sempre molto numerosi, in un clima di festa e di fraternità.

Per motivi di lavoro o altro, ora in diocesi sono rimaste solo sei comunità di Brasiliani. Una volta al mese ciascuna comunità celebra la messa in portoghese e cerca anche di integrarsi con la comunità locale, partecipando alle varie iniziative. Nel 2016, anno della misericordia, le sei comunità hanno fatto un pellegrinaggio in cattedrale, attraversando la porta santa.

Quando nel febbraio del 2017 è stato beatificato a Osaka Justo Takayama Ukon, alla presenza di oltre diecimila persone provenienti dal Giappone e da altri Paesi, abbiamo visitato con i Brasiliani alcuni luoghi dove lui ha vissuto, pranzando al sacco tutti insieme all’aperto.

All’inizio, molti Brasiliani di origine giapponese venivano nel paese dei loro antenati con l’intenzione di lavorarvi alcuni anni e poi rientrare in Brasile. Ora invece aumentano quelli che desiderano fermarsi qui definitivamente. Devono però far fronte alla difficoltà della lingua e alla diversità culturale. I bambini frequentano le scuole giapponesi con gravi difficoltà e i genitori non sempre riescono a trovare lavoro. Ho cercato di affiancare alcuni di questi ragazzi.

Numerosi Brasiliani tuttavia sono riusciti a integrarsi nella società. Molti giovani vivono in pienezza la loro vita, con speranza nel futuro. Alcuni si specializzano in vari settori. Sono iniziati in Brasile corsi universitari on line e si sta pensando di programmarli in Giappone, affinché quanti non hanno potuto frequentare l’università in Brasile possano seguire i corsi in portoghese, continuando a lavorare.

Numerose città promuovono scambi culturali con gli immigrati, lavorando insieme per una società armoniosa. Prego spesso perché tutti possiamo camminare verso il futuro, passo dopo passo, con fiducia e speranza. Possa la Madonna Aparecida, onorata in Brasile, proteggere questo Paese e il mondo intero e intercedere per la pace.